My River runs to thee—
Blue Sea! Wilt welcome me?
My River wait reply—
Oh Sea—look graciously—
I'll fetch thee Brooks
From spotted nooks—
Say—Sea—Take Me!
(Emily Dickinson)
Tu sei come il mare per
me, ed io sono un piccolo fiumiciattolo.
Partendo dalla mia fonte,
poco più di un piccolo rigagnolo caparbiamente sgorgato fuori da
qualche roccia montana, all'inizio non avevo ben presente la mia
destinazione.
Vagavo ciottolo dopo
ciottolo, bosco dopo bosco, villaggio dopo villaggio. Non sentivo
altra spinta se non quella di dover scorrere ancora, sempre avanti,
poichè il fiume per sua natura scorre, quello deve fare. Scorrere! E
quindi io scorrevo e scorrevo, proseguendo oltre le vallate e
procedendo verso il basso.
Ci sono stati momenti in
cui, dopo aver raggiunto una discreta portata, dopo aver ricevuto
sostegno da qualche affluente grande e piccolo che incontravo lungo
la mia via, ho raggiunto luoghi pianeggianti, e allora, per un
istante, ho creduto di potermi fermare lì, di esser giunto.
C'è stato un momento in
cui ho dimenticato di essere un fiumiciattolo e mi sono fermato un
po' troppo, diventando una palude.
Poteva sembrar bello
starsene fermi ad osservare il resto del mondo che gira, ma la mia
natura di fiumiciattolo era lì a condannarmi, giorno dopo giorno,
fino ad arrivare al momento in cui divenne intollerabile fare
l'acquitrinoso: non era quello lo scopo per il quale la mia sorgiva
lassù in cima incessantemente mi alimentava.
Pertanto, una parte di me
più a monte decise che era cosa buona e giusta deviare; la parte
paludosa morì prosciugandosi miseramente mentre il nuovo corso, con
rinnovato slancio, ansa dopo ansa si proiettava verso nuove mete.
Alla fine, ti vidi, per la
prima volta.
Da lontano sembravi una
visione impossibile, ineguagliabile. Non era concepibile per me,
piccolo fiumiciattolo, ammettere l'esistenza di un qualcosa di
talmente vasto, è una cosa che nei primi momenti ti lascia
letteralmente senza parole.
Quando ero più a monte
avevo anche visto qualche tua foto caduta per sbaglio nelle mie
acque, ma non ero preparato a vedere quello che nei fatti eri, e che
sei ancora oggi, immutato.
Che spettacolo che sei,
mare mio. Più ti osservo e più il mio sguardo si perde
all'orizzonte, non trovando la tua fine. In te mi perdo, nel senso
buono.
Pieno di tesori sei, mare
mio. È da un anno intero ormai che ci siamo toccati, laddove finisco
io, piccolo fiumiciattolo, ed iniziano i tuoi domini sconfinati. Un
anno intero che mi mescolo a te, che visito i tuoi angoli più
nascosti e per ogni posto bello che trovo ne scorgo altri in
lontananza, altre nuove gradite sorprese, altre fantastiche
avventure; tutto questo per me che credevo che tutto ciò che mi
spettasse fosse la sorte di una piccola palude fangosa.
Prima di incontrarti, mare
mio, avevo un diverso senso delle misure; ho dovuto ridefinire
parecchi parametri e forgiare nuove unità di misura, dato che le
vecchie non bastavano più.
Da un anno ti ho
raggiunto, mare mio, e in un solo anno tu hai fatto sentire me,
piccolo fiumiciattolo, parte di un disegno molto più grande;
confluendo in te, sono libero di muovermi cavalcando le correnti,
compiendo il mio destino: muovermi sempre!
Poiché il movimento è la
vita, e la stagnazione è l'anticamera della morte.
E a muovermi sei tu,
proprio tu!
Arrivando a te, ho avuto
modo di iniziare una nuova vita, una vita dove non vedo più confini,
una vita tutta da vivere e scoprire. Insieme.
Ti amo tanto, maremio.